“Dei diritti e dei privilegi”: potrebbe intitolarsi così il nuovo romanzo di Vincenzo Maria Oreggia, Questa non è la mia patria, incentrato sull’appassionata ricerca di una normale ma per nulla semplice serenità. Il tempo è quello presente, con il carico di incertezze e turbamenti tanto atmosferici quanto sentimentali, e la giusta dose di inquietudine. Teatro della vicenda è la nostra “povera patria”, crocevia di razze, speranze, fallimenti. Ad attraversarli è il giovane Juan José, detto Nevio, testimone esemplare di aspirazioni e legami dai nuovi volti: la sua storia di giovane immigrato prende le mosse da un paese, l’Ecuador, sul baratro della crisi finanziaria, per approdare a un’Italia agognata e ingannevole. Il viaggio di Nevio sarà soprattutto una discesa nelle profondità della propria anima: un percorso di crescita repentino e a tratti doloroso, che il giovane ecuadoriano, novello Dante, compirà al fianco di troppi Virgilio senza remore. Questa non è la mia patria è dunque un contemporaneo romanzo di formazione che porterà l’immigrato a fare i conti con una brutale, contorta realtà: sotterfugi, macchinazioni, inganni, un sottobosco di disperati e furbi preoccupati di mantenersi a galla in modo più o meno lecito. Ma Questa non è la mia patria è anche manifesto e preghiera per i molti Nevio che ci abitano silenziosamente accanto, i cui sogni, a lungo cullati, si infrangono contro l’oscuro e incomprensibile muro della burocrazia.
la Quercia e il Tiglio n.11
Un assaggio audio del libro – Lettura di Vincenzo Maria Oreggia, musiche Pagnozzi/De Martino.