Travolta da un eccesso di premure mascherate da amore coniugale, soggiogata dall’autorità del marito, isolata, derisa, messa a tacere, la protagonista senza nome di questo racconto si rifugia progressivamente in un mondo tutto suo, che giorno dopo giorno, in maniera sempre più ossessiva, coincide con la carta da parati della stanza in cui trascorre la maggior parte del suo tempo. Una casa stregata? O un’ordinaria quanto agghiacciante storia di violenza domestica? Cosa si cela dietro la carta da parati gialla? Pubblicato nel 1892, questo racconto ambiguo e conturbante, che avrebbe reso celebre Charlotte Perkins Gilman, intreccia l’eredità culturale del gotico con la denuncia sociale della condizione di subalternità della donna, ed è in parte ispirato all’esperienza di depressione post-partum vissuta dall’autrice. Oltre a essere una testimonianza drammatica dell’epoca in cui fu scritto, La carta da parati gialla continua a funzionare nel nostro presente come monito prezioso rivolto alle donne affinché imparino a difendersi – con la penna, con la parola, con il libero pensiero – da ogni forma di sopruso travestito da amore.
Traduzione di Luca Sartori
Introduzione di Alessandra Calanchi
I Lilliput n.17
Rassegna stampa