Come vecchi amici, le paure e gli incubi dell’infanzia tornano a farci visita anche da grandi: ritrovarli può essere angoscioso e confortante insieme, perché quei brividi dimenticati portano con sé i ricordi, le immagini, gli odori di quando eravamo bambini. Guai a non trattarli con rispetto e considerazione, perché aprono squarci improvvisi su mondi ignoti che quotidianamente inviano preziosi messaggi a chi è disposto a riceverli, aprendosi a una comprensione più ampia dell’universo. In questi undici racconti paradossali, surreali, grotteschi, Lapo Ferrarese scandaglia, in pagine dal ritmo incalzante e coinvolgente, una delle paure più profonde e ancestrali dell’essere umano, quella che dietro la tranquillizzante apparenza delle cose si nasconda una via d’accesso per un altrove misterioso e insondabile che non ammette spiegazioni razionali.
I racconti:
Amnesia – Risvegliarsi nella camera di un motel senza più alcun ricordo è già abbastanza traumatico. Lo è ancora di più se nella stanza è presente il cadavere di una ragazza sconosciuta, evidentemente uccisa. Ma se non si trattasse di “semplice” omicidio, ma di qualcosa di ancora più inquietante?
Apri gli occhi – Una spavalda sfida tra ragazzi durante un noioso sabato sera: trascorrere la notte – da solo – nella vecchia villa abbandonata, conosciuta come “la casa del mostro”. Una sola regola, fino all’alba: rimanere sdraiato sul pavimento, immobile, a occhi chiusi e in completo silenzio. Per verificare che la regola sia davvero rispettata viene sistemata una webcam wireless su uno sgabello, puntata sul viso del temerario concorrente. Ma quando il ragazzo comincerà a sentire strani rumori e avere l’impressione che qualcosa si stia avvicinando furtivo, dovrà decidere in fretta: aprire gli occhi e perdere la scommessa o tenere duro per orgoglio?
Il gatto nero – La sera in cui un innocuo gattino si presenta miagolando alla porta del protagonista, in casa cominciano a verificarsi strani fatti, così come ad apparire misteriose presenze. Forse solo un caso di follia. O forse il tempo ha davvero cominciato ad avvitarsi su se stesso.
La lettera a Babbo Natale – Come reagire quando la mattina della Vigilia scopri d’un tratto che il mondo e le persone intorno a te, compresi tua moglie e tuo figlio, sono radicalmente cambiati nell’arco di una notte, apparentemente vittime di un’isteria collettiva? E che – soprattutto – Babbo Natale esiste davvero?
L’armadio – Un rumore nella notte e l’anta dell’armadio che rimane socchiusa. Quando, per ben due volte, ti sei già alzato dal letto per chiuderla e l’anta torna a riaprirsi non appena sei sotto le coperte, forse dovresti cominciare a sospettare che qualcosa all’interno voglia catturare la tua attenzione. E non solo quella.
L’Ombra del Vento – Uno scambio epistolare del 1880 rivela timori e paure degli abitanti di un’antica cittadina per la presenza, nelle notti più ventose, di una misteriosa belva assetata di sangue. I racconti più agghiaccianti la descrivono come un’ombra che, dopo il tramonto, si aggira nella vicina foresta e tra le case come un’anima dannata. Ma c’è anche chi parla di un grosso e vorace lupo che si spingerebbe a graffiare le porte con gli artigli, in attesa della sua prossima vittima.
Mucche – Una solitaria e distensiva passeggiata serale nei dintorni dell’hotel, tra i sentieri dei monti del Trentino, si trasforma in un incubo senza fine quando un gruppo di mucche decide di comportarsi in modo alquanto insolito.
Paura del buio – “Pressoché tutte le specie nell’universo hanno un’irrazionale paura del buio. Ma si sbagliano. Perché non è irrazionale.” Doctor Who (“Le ombre assassine”, stagione 4, episodio 8)
Solo fumo – Quando fortuite canzoni alla radio, domande da parte di sconosciuti, cartelloni pubblicitari, oggetti casuali e spizzichi di conversazioni altrui ti portano a pensare ossessivamente a un imminente disastro aereo, forse imbarcarsi su un volo transoceanico potrebbe non essere tra le dieci più brillanti idee che potresti avere.
Strani sogni – Chi non ha mai desiderato che i propri sogni divengano realtà? Ma quando sono i peggiori incubi a concretizzarsi o, meglio, quando attraverso di essi è possibile anticipare eventi reali e nefasti, probabilmente nessuno vorrebbe più questo dono.
Vecchi amici – Dopo molti anni un mix di nostalgia e curiosità può spingere a contattare un’agenzia immobiliare per visitare il vecchio appartamento dove si è vissuto da bambini, adesso completamente ristrutturato e in vendita. Le stanze di un tempo non ci sono più, gli spazi sono stati riadattati e tutto sembra così diverso, nuovo, asettico. Senza più il calore di una volta. Eppure… cosa ha davvero “richiamato” il protagonista tra le mura dell’antico palazzo? Cosa lo spinge a salire un’ultima volta a rivedere ciò che allora costituiva la soffitta dei suoi peggiori incubi? E cosa o chi ritroverà lassù? L’ideale “sequel” di Mostri in soffitta (in “Incubi”, 2010)
http://www.lapoferrarese.it/vecchi_amici.htm
Avalon n.9
Rassegna stampa